Castelgomberto

Il comune di Castelgomberto si estende su una superficie di circa 17 kmq a nord-ovest di Vicenza, nel cuore della vallata dell'Agno, in parte nei piani di fondovalle dell'Agno e dell'Onte e in parte sulle colline dei Prelessini.

Il terreno di fondovalle è costituito da ghiaie alluvionali, che consentono la formazione di una falda acquifera sotterranea, mentre le colline sono nate 40 milioni di anni fa nel fondo di un antico mare, in cui si aprivano tre bocche vulcaniche: il Castello, le Castellare e il Grumo Peloso, ben evidenti nel paesaggio con la loro forma conica e il "sasso moro" basaltico. Il tipo di terreno, assieme al clima e all'esposizione solare, determina alcune caratteristiche peculiari della vegetazione e delle colture.

Fertili prati e campi coltivati si estendono ancora nel fondovalle, nonostante l'avanzare delle cementificazioni, con lunghi filari di alberi lungo i fossi o i confini: è il paesaggio della Praderia, di S.Fermo e della Valle dell'Onte.

Nelle colline i terrazzamenti, sostenuti da "masiere" accolgono viti e ulivi, frequenti nei dintorni di Santo Stefano, il "ronco Benedetto" dei nostri avi.

Nei declivi più ripidi prevale il bosco che ospita una numerosa fauna selvatica: volpi, donnole, tassi.

Le sommità collinari, relativamente pianeggianti, sono messe a coltura da tempi remoti, con produzioni pregiate: Monteschiavi, Montepulgo, Monte dei Mori.

Non si possono dimenticare le zone umide prossime alla Poscola, all'Onte e alle varie rogge, e il parco di villa Da Schio, incuneato nel centro urbano, ma verdeggiante di alberi secolari e talora esotici, attraversato da corsi d'acqua contornati da siepi, statue e balaustre in pietra, in vista della facciata del palazzo. 

STORIA

Le profonde trasformazioni degli ultimi decenni hanno impresso una fisionomia nuova al paese di Castelgomberto.

Nonostante questi processi è possibile ancora individuare alcune linee portanti ed elementi non trascurabili dei secoli passati.

Recenti scavi archeologici sul colle di S.Stefano e sul monte Castello hanno documentato la presenza di nuclei abitati che risalgono rispettivamente all'età del Bronzo medio-recente (secoli XV-XII a.C.) e alla prima età del Ferro (IX sec. A.C).

Per quanto concerne l'epoca romana, nei decenni scorsi è stato segnalato, qua e là nella campagna di Castelgomberto, materiale oggi disperso ed è stata ipotizzata una rete viaria che attraversava questo territorio, mettendo in comunicazione la Valle dell'Agno con il passo di Priabona a nord e con il valico della Bocca ad est.

Recentemente, il ritrovamento di quattro monete romane di epoca imperiale e la venuta alla luce nel 1992 di una splendida stele funeraria romana con iscrizione latina, rinvenuta sotto l'altare della chiesetta di S.Fermo, hanno reso più consistente l'ipotesi di temporanei stanziamenti romani. Per il periodo alto-medievale ha assunto grande importanza la scoperta di alcune tombe appartenenti a guerrieri longobardi.

Le armi e gli oggetti trovati consentono di ipotizzare l'esistenza di una piccola necropoli di soldati longobardi nella pianura alluvionale di Castelgomberto. Nel periodo centrale del Medioevo (secoli X-XI) si costituirono due centri abitati, che facevano riferimento ai castelli di Chiuse e di Castelgomberto. Il primo, di cui rimangono resti di poderosa mura e qualche elemento strutturale del monte Castello, è attestato a partire dall'anno 1000. Il secondo era situato a nord del paese, sul colle di S.Stefano. Era il periodo delle signorie territoriali: nella nostra zona, oltre ai Trissino si imposero due famiglie che presero il nome delle due località: i Da Chiuse e i Da Castelgomberto. I due centri abitati ebbero vita autonoma fino al sec. XIV, il secolo della grande crisi. Gradatamente si avviarono alla fusione e dai primi del '400 Castelgomberto assorbì Chiuse in un unico paese. II nucleo urbanistico più antico si sviluppò in corrispondenza della Crosara e di via Villa e, tra il ' 500 ed il '700 si allargò alla parte settentrionale dell'attuale via Villa. Qui nel 1666 venne completata villa Piovene, oggi villa da Schio.

Grande sviluppo ebbe anche via Bocca, mentre sorsero ovunque, nella campagna e nelle contrade, poderosi complessi rurali, alcuni di ottima fattura. Nell'Ottocento ci fu un consistente aumento della popolazione, ma lo sviluppo urbanistico non mutò volto.

Il grande sviluppo, che occupò gradatamente l'area a sud del centro abitato, ebbe inizio nel dopoguerra. 

CASTELGOMBERTO OGGI

Castelgomberto è stato interessato negli ultimi 10 anni da un rilevante incremento demografico. La popolazione residente è passata dai 4.570 abitanti alla fine del 1989 ai 5.306 al 31 dicembre 1999, con un incremento medio annuo pari 1.6%.

Anche lo sviluppo produttivo ha subito una notevole accelerazione. La vivacità imprenditoriale trova conferma nel raffronto tra i dati rilevati in occasione del censimento del 1991 ( 276 imprese con 316 Unità Locali e 1.849 addetti) e quelli alla accertati alla fine del 1998 (486 imprese con 538 Unità Locali e circa 2.300 addetti). 

Nell'area si localizzano alcune grandi industrie soprattutto nei settori meccanico, conciario e della plastica e numerose imprese artigiane (212) appartenenti a vari settori (meccanico, edilizia, abbigliamento, ecc.).

La rete commerciale è composta per la quasi totalità di piccoli esercizi (circa l'80% dei punti vendita) che assicurano la presenza di un servizio di vicinato, importantissimo soprattutto per le categorie meno avvantaggiate (es. anziani). Ma, nonostante l'assenza della grande distribuzione, essa appare moderna e in grado, per la dimensione media abbastanza elevata dei punti vendita e la buona varietà di merceologie presenti, di offrire servizi competitivi in termini di prezzo e qualità.

Castelgomberto è, quindi, un comune in costante crescita demografica con un forte sviluppo produttivo, grazie ad una delle zone industriali più ampie della vallata. Conserva però un delizioso centro storico che, partendo da via Bocca, passa per Piazza Marconi con al centro la Campanella, il simbolo del paese, prosegue via Villa, dove si possono ammirare Palazzo Trissino Barbaran e Villa Piove Da Porto: due autentici gioielli archiettonici. Per la sua felice posizione geografica, riparata dai venti freddi, è sempre stato luogo di ristoro, grazie alle famose trattorie del centro e di riposanti passeggiate sulle amene colline circostanti.

Rinomato per la Fiera di Santa Maria Maddalena (22 luglio), il paese offre nel corso dell'anno molte ed interessanti attrazioni folcloristiche. 

DA VISITARE

Villa Piovene-Da Schio: costruita nella seconda metà del XVII secolo su decisone della nobile famiglia dei Piovene. I portici posteriori sono del secolo successivo. Lo spazio davanti alla facciata venne dotato di uno splendido giardino all'italiana, al quale fanno da cornice alcuni pregevoli gruppi scultorei. All'interno sono conservati arredamenti d'epoca e pregevoli dipinti.

Villa Trissino-Barbaran (Palazzo Barbaran): eretta in forme gotiche intorno alla metà del '400, subì un radicale restauro nei primi anni del '700. Gli elementi quattrocenteschi superstiti sono la loggia ed alcune finestre.

La Campanella: il vecchio campanile, situato nella piazza comunale, è quello che rimane della chiesa di Santa Cecilia, abbattuta nel 1950. Non si conosce l'epoca di costruzione, ma la torre originaria risale probabilmente al XV secolo. Nel XVII secolo il campanile fu innalzato e strutturato nella pregevole forma con cui si presenta ancor oggi.

SS. Pietro e Paolo: la nuova chiesa parrocchiale, fu costruita nei primi anni di questo secolo. All'interno un pregevole altorilievo in pietra tenera, attribuito da alcuni a Nicolò da Cornedo. 

Santa Cecilia: L'esistenza di un edificio sacro dedicato a S.Cecilia risale al periodo medievale. Dopo la costruzione della nuova chiesa parrocchiale SS. Pietro e Paolo, fu abbandonata e abbattuta. Venne ricostruita nei primi anni '50 a Valle, frazione del comune diventata parrocchia autonoma, conservando l'identica fisionomia della facciata. Pregevole la statua della santa, collocata in alto sopra la facciata.

San Fermo: In una pergamena del 1191 appare come centro di una comunità di penitenti laici. Dedicato fin dalle origini ai SS. Fermo e Rustico, il piccolo edificio medievale mutò radicalmente aspetto agli inizi del '700, quando venne ingrandita e ristrutturata. Al suo interno sono conservate due tele, di cui una di particolare pregio che abbellisce l'altare maggiore. 

SS. Giorgio e Valentino: Posta sulla sommità del colle omonimo, questa chiesa fu menzionata per la prima volta nel 1288, con il solo titolo di S.Giorgio. Nel 1739 subì un radicale restauro ed assunse anche il titolo di S.Valentino, invocato per la guarigione dalle febbri. Fu ridotta alle forme attuali a metà del secolo scorso.

Santo Stefano: Si può presumere che questa chiesa sia coeva al castello dei Da Castelgomberto, che sorgeva sul colle omonimo (sec.XI-XII). L'ultimo restauro, effettuato alla fine dell'800, portò l'edificio sacro nelle forme attuali. Pregevole l'altare settecentesco.

S. Maria Maddalena: Un esponente di spicco della nobiltà rurale locale, Bellancio Da Castelgomberto, decise nel febbraio del 1296 di erigere questa chiesa a espiazione dei suoi peccati. Con il passaggio di proprietà dai Castelgomberto ai Piovene (primi decenni del '400) S. Maria Maddalena divenne la cappella di famiglia dei Piovene. Cadde in rovina nel XVI secolo ed i Piovene decisero di erigerne una nuova chiesa, attigua alla villa padronale (1614). Divenne in seguito proprietà dei Da Porto e poi dei Da Schio.

San Gaetano: Questa chiesa, eretta nel 1670, è a due navate. Intorno alla metà dell'800 fu un pregevole atrio quadrato con colonne, aperto su due lati. Subì un radicale restauro nel 1932.

Oratori minori e capitelli: Oratorio della madonna di Monte Berico, a Peschiera dei Muzzi; Oratorio dell'Addolorata, ai Grumi; Oratorio di S. Giuseppe, in Partiloca; Oratorio di Regina Pacis, in Valdilonte.